"The Silence of Time, Parigi, 2005" - Michele Torsello

mercoledì 17 dicembre 2008

MEMORIE DI ADRIANO

"non siamo i soli aguardare in faccia un avvenire inesorabile"Marguerite Yourcenar

sabato 1 novembre 2008

mercoledì 29 ottobre 2008

IL Narciso di Caravaggio


Ciò che più amiamo,è forse la proiezione dei nostri desideri? il mondo un enorme specchio d'acqua?Ieri sera alla tv, un programma sul narcisismo,ha donato la splendida visione del Narciso di Caravaggio.Quel giovane e quella luce di dentro,mi hanno "folgorato"e da qui , sono partite le domande...?!

martedì 28 ottobre 2008

La soglia


Un avvenire oltre la soglia.

Una luce che taglia il buio.

Dovre levar via questa macchia,

far spazio all'avvenire che ,

senza pietà

mi viene incontro.

Sono ferma sulla soglia.

Nè braccia,nè voci familiari intorno a me.

Oggi ho paura.






venerdì 24 ottobre 2008

Prendimi per mano


Tu prendi la mia mano

Io afferro le tue dita

Mai più vicini,pur così lontani.

Dietro di noi,versi come orme.

Parole e musica,

prove del nostro passaggio.



mercoledì 22 ottobre 2008


Mille frecce coprono il mio sole;ed io sto qui,senza punti di riferimento.

Sì, sto qui a cercare nuove illusioni.

Sto qui abbracciata alle poche verità su cui la morte non danza,

ancora non danza.

Sto qui con la mia anima perversa e i miei occhi stanchi .

Quel che mi rimane è una finestra.


giovedì 26 giugno 2008

Notti Bianche


"...Ecco che alla fine mi maledico e, dopo le mie notti passate a fantasticare, arrivano per me momenti di sobrietà che sono terribili. E intanto sento come intorno a me rintrona e gira la folla avvolta da un vortice di vita, odo, vedo come vive la gente in realtà, vedo che la vita per loro non è stata preordinata, che la loro vita non si spezzerà come un sogno, come una visione, che la loro vita si rinnova eternamente, sempre eternamente giovane, e nessun'ora assomiglia all'altra, mentre la mia fantasia è triste, monotona fino alla volgarità, spaventata, schiava dell'ombra, del pensiero, schiava della prima nube che improvvisamente oscura il sole e riempie di angoscia un autentico cuore pietroburghese che ama così tanto il suo sole. Già, quanti pensieri in quell'angoscia! Allora senti che la fantasia, quella "inesauribile" fantasia, alla fine si stanca, si esaurisce in quella tensione permanente perché maturata, abbandona gli ideali presognati: essi cadono in polvere, si spezzano in frammenti; e se non esiste un'altra vita, allora ci tocca costruirla con questi frammenti. Ma intanto l'anima chiede e desidera qualcosa di diverso... Invano il sognatore rovista nei suoi vecchi sogni, come fra la cenere, cercandovi una piccola scintilla per soffiarci sopra e riscaldare con il fuoco rinnovato il proprio cuore freddo, e far risorgere ciò che prima gli era così caro, che commuoveva la sua anima, che gli faceva ribollire il sangue, fino a strappargli le lacrime dagli occhi, così ingannandolo meravigliosamente."


Fedor Dostoevskij

mercoledì 11 giugno 2008

Non Oggi.


So quello che dirmi
vorresti in quest'ora...
Non dirlo!
Guarda laggiù il fondo dello stagno
che si fa cupo e come si rincorrono le nuvole
specchianti sul velluto nero...
Non dirlo! Questa è una mala notte.
Lo so, in quest'ora
infuria nel profondo del tuo petto
tutto ciò che ti preme.
Non chiedere! Sulla tua bocca
indugia ancora la parola che ci fa infelici.
Non dirla!Questa è una mala notte.
Me lo dirai domani.
Non lo sappiamo, chissà, forse
domani tutto sarà miracolosamente facile
ciò che oggi nessun cuore può sopportare,
ciò che oggi mi rende tanto infelice.
Non chiedere!Questa è una mala notte.

Herman Hesse



giovedì 29 maggio 2008



Fare silenzio
per sentire i flebili suoni
dell'anima,

per ascoltare il giorno
più invisibile,

per guarire l'anima
ammalata
di rumore.

Fare silenzio
per rintracciare
il battito di quel cuore
che
s'è smarrito.

mercoledì 21 maggio 2008

Umberto.


Un ricordo affiorato all’improvviso. Non ti ho sognato né ho pensato a te in questi lunghi anni. Ti chiamavi Umberto come molti italiani, nati nei primi anni del ‘900. Eri il marito di Antonietta, la mia adorata tata. Io, piccola peste, nei primissimi anni della mia vita, t’incontravo solo nella cucina di mia madre dove preferivo consumare i miei “pasti di passerotto”, come li chiamava Antonietta, lì con voi e non in camera da pranzo, ”il tinello” dov’era il resto della famiglia. Tu non parlavi mentre lei ci serviva il pasto, ma mi fissavi a lungo, non potevi neanche sgridarmi se rifiutavo di mangiare. Disapprovavi con lo sguardo, con gli occhi mi dicevi che mi amavi come fossi figlia tua. Non avevi alcuna autorità, la mia tata era lei, tua moglie, tu il “tuttofare” nella casa dei miei. Antonietta ci lasciò, quando avevo undici anni, prima grande perdita della mia vita. Per un anno, non avemmo più notizie tue, né del tuo dolore. Un giorno, però, tornando da scuola, ormai fanciulla del liceo, ti trovai lì in cucina, seduto un po’ distante dalla tavola. Nessuno più mangiava in cucina. Ti abbracciai lungamente e non ricordo se rispondesti qualcosa al mio “come stai?”. Successe ancora, per molti mesi, tornavo da scuola e ti trovavo lì, nella nostra cucina, ed intorno alla tavola solo tu, che però non hai più pranzato con me. Poche domande sui voti a scuola, qualche timida raccomandazione e un abbraccio che partiva da me, come saluto. Un giorno sei rimasto qualche minuto di più, eri nervoso, temevi di perdere la “corriera” che ti riportava al paese. Quel giorno l’abbraccio di saluto partì da te, i tuoi occhi, mi fissarono a lungo, per l’ultima volta.
Mi lasciavi, per sempre.

Foto di Claudio Martella.

lunedì 19 maggio 2008

Forse un mattino andando in un'aria di vetro.

Forse un mattino andando in un'aria di vetro,
arida, rivolgendomi, vedrò compirsi
il miracolo:
il nulla alle mie spalle, il vuoto dietro
di me, con un terrore di ubriaco.
Poi come s'uno schermo, s'accamperanno
di gitto
alberi case colli per l'inganno consueto.
Ma sarà troppo tardi, ed io me n'andrò
zitto
tra gli uomini che non si voltano, col mio
segreto.

Eugenio Montale

lunedì 12 maggio 2008

Prefazione Inedita.


Giovanni Verga aveva scritto una prefazione a "I Malavoglia" che poi non fu pubblicata. Ve ne ripropongo un passaggio.

Quando vi siete trovati di notte nelle vie deserte di una grande città, davanti al fanale spento e col sigaro in bocca, non vi ha colpito l’impressione straordinaria che produce in voi quella calma? Allora forse avrete cercato dietro le finestre chiuse le vaghe forme indistinte di persone ancora deste, o il capo sull’origliere che cerca il sonno con occhi spalancati, o il pallido volto chino sulle pagine di un libro, o il passo ebbro dell’uomo che ha giocato l’ultimo suo denaro, o il respiro pesante dell’operaio che riprenderà col giorno il suo lavoro, un’espressione qualsiasi della vita che sentite in voi, e che vi tace intorno. Di fantasticheria in fantasticheria tutta questa gente che travaglia ancora col pensiero, che si agita e vive, vi sfila davanti, per le vie buie, come in un giorno di festa, in una processione fantasmagorica in cui passano tutti gli appetiti, tutte le febbri, tutte le avidità, tutte le aspirazioni grandi e piccine; … Ma visto davvicino il grottesco di quei visi anelanti non deve essere evidentemente artistico per un osservatore?...e questo osservatore meno frettoloso degli altri, chinandosi sui caduti per esaminarne le convulsioni, sostando un momento dinanzi alla verità che la folla si lascia indietro nella fretta di correre avanti, o agli effetti che gemono invano o alle febbri che si scambiano per passioni , o alla giustizia su cui si mettono i piedi, non ha il diritto di esclamare: - Che peccato!.


Foto: "Aurora nel mare di Acitrezza" di Giovanni Greco.

sabato 10 maggio 2008

Con Questa Chiudo


Con questa chiudo

Eppure si deve fare,

si arriverà dove si muore

e si vivrà per venti anni ancora,

non saremo nessuno

e non avremo fatto nulla.

Allora la sete di dare ci dilanierà

e resteremo soli

persi

fottutamente morti

nel normale sociale

con un giornalista di parte che ci insulta in tv.

Mia moglie che cucina

i miei figli che fottono

e se ne fottono

ed io chiudo il lucchetto del mio io

e butto la chiave.

(Loreto Ciccarelli)

mercoledì 7 maggio 2008

Dove vanno i Pensieri?


[...] "Ma i pensieri muoiono? Oppure si gonfiano all’infinito, si clonano e si travasano? I pensieri si scambiano il nostro codice genetico? O restano imperturbabili a scrutarci mentre declamiamo la nostra intelligenza?".

(Enzo Rasi)

martedì 6 maggio 2008

domenica 4 maggio 2008

Portami con te



Portami con te
Portami con te nel mattino vivace
le reni rotte l'occhio sveglio appoggiato
al tuo fianco di donna che cammina
come fa l'amore,
sono gli ultimi giorni dell'inverno
a bagnarci le mani e i camini
fumano più del necessario in una
stagione così tiepida,
ma lascia che vadano in malora
economia e sobrietà,
si consumino le scorte
della città e della nazione
se il cielo offuscandosi, e poi
schiarendo per un sole più forte,
ci saremo trovati
là dove vita e morte hanno una sosta,
sfavilla il mezzogiorno, lamiera
che è azzurra ormai
senza residui e sopra
calmi uccelli camminano non volano.
Attilio Bertolucci

giovedì 24 aprile 2008

Lezioni di Piano


E tu,
certo lo sai,
perchè fuggo
come cerbiatto ferito,

ed io so
perchè la mia voce
è
acqua marina,
e scoglio
il tuo orecchio.

La mia rabbia
è
sasso di vetro,
che si dissolve
sul tuo cuore di pietra.

Un teatro crudele
quanto i suoi attori,
s'innalzò
tra di noi.

Una cattiva magia,
esaltò le parole,
deluse le emozioni,
ingannò l'attesa.

martedì 22 aprile 2008

Careless Love

"Love, oh love, oh careless love,
You've fly through my head like wine
You've wrecked the life
Of many a poor girl
And you nearly spoiled this life of mine
Love, oh love, oh careless love
In your clutches of desire
You've made me break a many true vow
Then you set my very soul on fire
Love, oh love, oh careless love,
All my happiness bereft
Cause you've filled my heart with weary old blues
Now I'm walkin' talkin' to myself
Love, oh love, oh careless love,
Trusted you now it's too late
You've made me throw my old friend down
That's why I sing this song of hate
Love, oh love, oh careless love,
Night and day I weep and moan
You brought the wrong man into this life of mine
For my sins till judgement
I'll atone".


Singer: Madeleine Peyroux.

domenica 20 aprile 2008

Ancora.



Sera.
Del vino rosso
ancora sulla tavola,
il suo sapore
ancora aspro in gola,
il suo colore sulle mie guance,
la sua anima
ancora nel mio petto.

E' una strana sera questa.

Ti cerco
dietro questo bicchiere.

Sono stanca di essere ferita
dai sogni,
eppure
ti cerco.

Domani
mi alzerò
nuovamente
ubriaca di vita,
questo lo so.

Ogni ora,
ogni giorno che passa
è uno sputo in più
contro il muro obliquo
della mia vita.

Ogni giorno,
viene meno qualcosa.

Non rimarrà
che la carcassa vuota
del mio orologio,
muto riflesso
del mio specchio,
ma io,
ostinatamente
ti cerco.

Ti cerco,
lungo le pareti di questa stanza.

Notte.
Ti trovo
per un interminabile attimo
nel ricordo del ritmo affannoso
dei nostri respiri.

Ancora Domani, ancora Sera, ancora Notte.

mercoledì 16 aprile 2008

"Signora Dalloway, tu fai sempre grandi feste per coprire il silenzio..".

Virginia Woolf.

Philip Glass: "The Hours"

lunedì 14 aprile 2008

Natale


Non ho voglia
di tuffarmi
in un gomitolo
di strade

Ho tanta
stanchezza
sulle spalle

Lasciatemi così
come una
cosa
posata

in un
angolo
e dimenticata

Qui
non si sente
altro
che il caldo buono


Sto

con le quattro capriole

di fumo

del focolare


(Giuseppe Ungaretti)

Stanca


Sono stanca di essere arrabbiata, di usare toni importanti per essere ascoltata, verbi forti per trasmettere le mie emozioni, di alzare la voce per essere rispettata. Sono stanca di essere veloce, puntuale, di essere corretta, di sentirmi in colpa. Sono stanca del senso di giustizia che applico alla mia vita, che cerco altrove, che non trovo mai. Sono stanca di provare un dispiacere così profondo ogni volta che mi raggiunge l'incomprensione. Sono stanca di sonni affollati di voci, di grida, di cieli, di giorni.

Foto di Modimo.

sabato 12 aprile 2008

Un Chimico

Fabrizio de André

venerdì 4 aprile 2008

"E se non puoi la vita che desideri"


"E se non puoi la vita che desideri cerca almeno questo per quanto sta in te: non sciuparla nel troppo commercio con la gente con troppe parole e in un viavai frenetico.
Non sciuparla portandola in giro in balìa del quotidiano gioco balordo degli incontri e degli inviti fino a farne una stucchevole estranea".

Constantinos Kafavis (Alessandria d'Egitto 1863 - ibidem 1933): da Cinquantacinque Poesie.

Foto di Alex Stehle.

giovedì 3 aprile 2008

lunedì 31 marzo 2008

Vólto



"Questi volti apparsi tra la folla: / Petali su un ramo umido e nero".
(E. Pound)

"[...] Il volto non è il nome proprio, è un che di più essenziale del nome; non è l'identità, è semmai l'alterità, il segno umano per eccellenza. Un volto può attraversare la mia strada e rimanere anonimo - sarà sempre l'altro, l'estraneo, non lo conoscerò mai. Eppure, per un istante avendo bucato l'indifferenza del mio sguardo, mi ha risvegliato dal sonno della vita, mi ha salvato dall'opaca monotonia quotidiana. Ho visto qualcuno, qualcuno ha arrestato l'inquieto trascorrere dei miei occhi da una superficie a un'altra. Io gli sono grata. [...]".

da: "I volti dell'amore" di Nadia Fusini.

Foto di Michele Torsello.


lunedì 17 marzo 2008

Da Sola nel Mio Cuore


Hai abbandonato le mie labbra, il mio corpo. Le mie mani non trovano più le tue. Nel tortuoso sentiero della solitudine, rivedo come in sogno i momenti felici di quando mi dicevi che non dovevo temere, che non ero sola, che non ero più da sola. Il tortuoso sentiero della mia solitudine mi porta fino al mio cuore, dove ti ritrovo e dove - da sola - continuo ad amarti. Il dolore per la tua assenza è ora silenzioso e tranquillo, sgorga e rientra nel cuore, ed io lì, da sola, continuo a chiamarti amore.

Foto di Louisa Schlepper.

lunedì 10 marzo 2008

8 marzo


Donna!Da lei la vita, in lei la vita, in lei la fine, se madre è la terra.

mercoledì 5 marzo 2008

Un Tempo Senza Fine


La bella Estate.

La bella Età.

Giovinezza breve,

brevissima.

Mezzanotte

era mezzogiorno,

L'alba

delicata,

la notte

incantata.

Il giorno

stagno del domani,

ninfe il suo popolo.

Le nuvole,

profili di angeli.

non segnali di tempesta

intravedevi.

Avrò Tempo ,

ti dicevi.

Tanto tempo.

Del mare

ti sentivi schiuma

candida,

mutevole,

nel tuo andirivieni

nelle vite.

Avrò Tempo,

ti dicevi.

Un Tempo senza fine!

Mia dolce ragazza dagli occhi verdi,

Hai ancora tempo per danzare?
.
Foto: "Sur le fil" di Noinspiration.

18 Luglio 1978: Una Bella Estate. Una Poesia di Fulvio.


Ai vecchi
tutto è troppo.
Una lacrima nella fenditura
della roccia può vincere
la sete quando è così scarsa.
Fine e vigilia della fine, chiedono poco,
parlano basso.
Ma noi, nel pieno dell'età,
nella fornace dei tempi, noi? Pensaci.

Fulvio, un giovane poeta.
.18 Luglio 1978.

domenica 17 febbraio 2008

P.come Piano, come Parola.


Parlare piano, pianissimo, dolcemente. Una partitura per le parole, ecco cosa vorrei scrivere! Una guida che elimini i suoni gravi e grevi, che dévi le parole dure come radici, taglienti come sassi affilati, che neghi le parole che dall'orecchio arrivano al cuore, ferendolo a volte irrimedibilmente.
Le parole! Se solo si comprendesse la loro importanza, sarebbero meno abusate, se solo si scegliessero più attentamente, minori sarebbero i fraintendimenti, le offese. La colonna sonora della nostra esistenza con gli altri è composta dalle parole, troppo spesso, il risultato è una musica stonata. Un addio, un abbandono, possono divenire meno dolorosi, se si scelgono parole che possano alleviare il momento. Una parola pensata, cercata, trovata, lascia una carezza, anche nel dolore. Al contrario solo, pugni, pugni nello stomaco che fanno tanto male. Nei miei ricordi, pochi volti, ma tante voci e le parole che mi hanno detto. Ne ricordo tutto l'odio e tutto l'amore. Le parole, le voci!.

Foto: "Pianoforte di Parole" di Alessandro Giammaria.

giovedì 14 febbraio 2008

Io Canto per Riempire l'Attesa.

Io canto per riempire l’attesa:
Annodarmi la cuffia,
Richiudere la porta di casa
E non altro ho da fare,
Finchè risuoni vicino il suo passo,
E insieme camminiamo verso il giorno,
L’uno all’altro narrando di come cantammo
Per scacciare la tenebra.

Emily Dickinson.

sabato 9 febbraio 2008

Sentire nel Ricordo


I sentimenti nel ricordo, si colorano di tinte tenui, accecanti sono invece, i colori delle nostalgie… Un mobile inglese dell’ottocento, il mio preferito, in questa casa dalle pareti rosa cipria, dalle tende su cui si arrampicano sottili rami e foglie verde salvia. Su quel mobile, argenti antichi, scatole di limoges e una foto, la tua. Caro papà, quando c’eri evitavo di incrociare il blue dei tuoi occhi e il disegno delle tue labbra perché mi sembravano luoghi da temere, punti fermi all’incomprensione, mappa della nostra distanza. Oggi da quella cornice i tuoi occhi mi sorridono, sei felice di festeggiare cinquant’anni di matrimonio con mamma, sei felice che eravamo tutti lì, sorridi anche a me, a questa figlia difficile da “domare”, sorridi alla vita, sorridi pensando a quella promessa mantenuta, a quel “finché morte non ci separi”del ventuno aprile del 1945. Ti guardo in questa foto, la nostalgia vuole rendermi triste, ci riesce, solo per pochi minuti. I miei occhi si inumidiscono per la tristezza ma poi rivedo me stessa, la mia forte capacità a resistere e ad esistere, ti somiglio e dico bravo papà!
Ora so che mi volevi bene nella misura in cui mi manchi.
Dio quanto mi manchi!

venerdì 1 febbraio 2008

China sulle Ore



China sulle Ore
raccogli il tuo Tempo

China sulle Ore
giochi col Sole
moneta rovente
tra le tue mani

China sulle Ore
rivedi la festa del crepuscolo

China sulle Ore
mandi segnali di fumo
densi e grigi della tua tristezza

China sulle Ore
ritiri le reti colme di sogni

China sulle Ore
agiti braccia di naufrago

China nelle Ore
perdi un'altra Aurora.