"non siamo i soli aguardare in faccia un avvenire inesorabile"Marguerite Yourcenar
mercoledì 17 dicembre 2008
giovedì 11 dicembre 2008
sabato 1 novembre 2008
giovedì 30 ottobre 2008
mercoledì 29 ottobre 2008
IL Narciso di Caravaggio
martedì 28 ottobre 2008
La soglia
venerdì 24 ottobre 2008
Prendimi per mano
mercoledì 22 ottobre 2008
giovedì 26 giugno 2008
Notti Bianche
"...Ecco che alla fine mi maledico e, dopo le mie notti passate a fantasticare, arrivano per me momenti di sobrietà che sono terribili. E intanto sento come intorno a me rintrona e gira la folla avvolta da un vortice di vita, odo, vedo come vive la gente in realtà, vedo che la vita per loro non è stata preordinata, che la loro vita non si spezzerà come un sogno, come una visione, che la loro vita si rinnova eternamente, sempre eternamente giovane, e nessun'ora assomiglia all'altra, mentre la mia fantasia è triste, monotona fino alla volgarità, spaventata, schiava dell'ombra, del pensiero, schiava della prima nube che improvvisamente oscura il sole e riempie di angoscia un autentico cuore pietroburghese che ama così tanto il suo sole. Già, quanti pensieri in quell'angoscia! Allora senti che la fantasia, quella "inesauribile" fantasia, alla fine si stanca, si esaurisce in quella tensione permanente perché maturata, abbandona gli ideali presognati: essi cadono in polvere, si spezzano in frammenti; e se non esiste un'altra vita, allora ci tocca costruirla con questi frammenti. Ma intanto l'anima chiede e desidera qualcosa di diverso... Invano il sognatore rovista nei suoi vecchi sogni, come fra la cenere, cercandovi una piccola scintilla per soffiarci sopra e riscaldare con il fuoco rinnovato il proprio cuore freddo, e far risorgere ciò che prima gli era così caro, che commuoveva la sua anima, che gli faceva ribollire il sangue, fino a strappargli le lacrime dagli occhi, così ingannandolo meravigliosamente."
Fedor Dostoevskij
mercoledì 11 giugno 2008
Non Oggi.
vorresti in quest'ora...
Non dirlo!
Guarda laggiù il fondo dello stagno
che si fa cupo e come si rincorrono le nuvole
specchianti sul velluto nero...
Non dirlo! Questa è una mala notte.
Lo so, in quest'ora
infuria nel profondo del tuo petto
tutto ciò che ti preme.
Non chiedere! Sulla tua bocca
indugia ancora la parola che ci fa infelici.
Non dirla!Questa è una mala notte.
Me lo dirai domani.
Non lo sappiamo, chissà, forse
domani tutto sarà miracolosamente facile
ciò che oggi nessun cuore può sopportare,
ciò che oggi mi rende tanto infelice.
Non chiedere!Questa è una mala notte.
Herman Hesse
giovedì 29 maggio 2008
mercoledì 21 maggio 2008
Umberto.
Un ricordo affiorato all’improvviso. Non ti ho sognato né ho pensato a te in questi lunghi anni. Ti chiamavi Umberto come molti italiani, nati nei primi anni del ‘900. Eri il marito di Antonietta, la mia adorata tata. Io, piccola peste, nei primissimi anni della mia vita, t’incontravo solo nella cucina di mia madre dove preferivo consumare i miei “pasti di passerotto”, come li chiamava Antonietta, lì con voi e non in camera da pranzo, ”il tinello” dov’era il resto della famiglia. Tu non parlavi mentre lei ci serviva il pasto, ma mi fissavi a lungo, non potevi neanche sgridarmi se rifiutavo di mangiare. Disapprovavi con lo sguardo, con gli occhi mi dicevi che mi amavi come fossi figlia tua. Non avevi alcuna autorità, la mia tata era lei, tua moglie, tu il “tuttofare” nella casa dei miei. Antonietta ci lasciò, quando avevo undici anni, prima grande perdita della mia vita. Per un anno, non avemmo più notizie tue, né del tuo dolore. Un giorno, però, tornando da scuola, ormai fanciulla del liceo, ti trovai lì in cucina, seduto un po’ distante dalla tavola. Nessuno più mangiava in cucina. Ti abbracciai lungamente e non ricordo se rispondesti qualcosa al mio “come stai?”. Successe ancora, per molti mesi, tornavo da scuola e ti trovavo lì, nella nostra cucina, ed intorno alla tavola solo tu, che però non hai più pranzato con me. Poche domande sui voti a scuola, qualche timida raccomandazione e un abbraccio che partiva da me, come saluto. Un giorno sei rimasto qualche minuto di più, eri nervoso, temevi di perdere la “corriera” che ti riportava al paese. Quel giorno l’abbraccio di saluto partì da te, i tuoi occhi, mi fissarono a lungo, per l’ultima volta.
Mi lasciavi, per sempre.
Foto di Claudio Martella.
Mi lasciavi, per sempre.
Foto di Claudio Martella.
lunedì 19 maggio 2008
Forse un mattino andando in un'aria di vetro.
Forse un mattino andando in un'aria di vetro,
arida, rivolgendomi, vedrò compirsi
il miracolo:
il nulla alle mie spalle, il vuoto dietro
di me, con un terrore di ubriaco.
Poi come s'uno schermo, s'accamperanno
di gitto
alberi case colli per l'inganno consueto.
Ma sarà troppo tardi, ed io me n'andrò
zitto
tra gli uomini che non si voltano, col mio
segreto.
Eugenio Montale
arida, rivolgendomi, vedrò compirsi
il miracolo:
il nulla alle mie spalle, il vuoto dietro
di me, con un terrore di ubriaco.
Poi come s'uno schermo, s'accamperanno
di gitto
alberi case colli per l'inganno consueto.
Ma sarà troppo tardi, ed io me n'andrò
zitto
tra gli uomini che non si voltano, col mio
segreto.
Eugenio Montale
lunedì 12 maggio 2008
Prefazione Inedita.
Giovanni Verga aveva scritto una prefazione a "I Malavoglia" che poi non fu pubblicata. Ve ne ripropongo un passaggio.
Quando vi siete trovati di notte nelle vie deserte di una grande città, davanti al fanale spento e col sigaro in bocca, non vi ha colpito l’impressione straordinaria che produce in voi quella calma? Allora forse avrete cercato dietro le finestre chiuse le vaghe forme indistinte di persone ancora deste, o il capo sull’origliere che cerca il sonno con occhi spalancati, o il pallido volto chino sulle pagine di un libro, o il passo ebbro dell’uomo che ha giocato l’ultimo suo denaro, o il respiro pesante dell’operaio che riprenderà col giorno il suo lavoro, un’espressione qualsiasi della vita che sentite in voi, e che vi tace intorno. Di fantasticheria in fantasticheria tutta questa gente che travaglia ancora col pensiero, che si agita e vive, vi sfila davanti, per le vie buie, come in un giorno di festa, in una processione fantasmagorica in cui passano tutti gli appetiti, tutte le febbri, tutte le avidità, tutte le aspirazioni grandi e piccine; … Ma visto davvicino il grottesco di quei visi anelanti non deve essere evidentemente artistico per un osservatore?...e questo osservatore meno frettoloso degli altri, chinandosi sui caduti per esaminarne le convulsioni, sostando un momento dinanzi alla verità che la folla si lascia indietro nella fretta di correre avanti, o agli effetti che gemono invano o alle febbri che si scambiano per passioni , o alla giustizia su cui si mettono i piedi, non ha il diritto di esclamare: - Che peccato!.
Foto: "Aurora nel mare di Acitrezza" di Giovanni Greco.
Quando vi siete trovati di notte nelle vie deserte di una grande città, davanti al fanale spento e col sigaro in bocca, non vi ha colpito l’impressione straordinaria che produce in voi quella calma? Allora forse avrete cercato dietro le finestre chiuse le vaghe forme indistinte di persone ancora deste, o il capo sull’origliere che cerca il sonno con occhi spalancati, o il pallido volto chino sulle pagine di un libro, o il passo ebbro dell’uomo che ha giocato l’ultimo suo denaro, o il respiro pesante dell’operaio che riprenderà col giorno il suo lavoro, un’espressione qualsiasi della vita che sentite in voi, e che vi tace intorno. Di fantasticheria in fantasticheria tutta questa gente che travaglia ancora col pensiero, che si agita e vive, vi sfila davanti, per le vie buie, come in un giorno di festa, in una processione fantasmagorica in cui passano tutti gli appetiti, tutte le febbri, tutte le avidità, tutte le aspirazioni grandi e piccine; … Ma visto davvicino il grottesco di quei visi anelanti non deve essere evidentemente artistico per un osservatore?...e questo osservatore meno frettoloso degli altri, chinandosi sui caduti per esaminarne le convulsioni, sostando un momento dinanzi alla verità che la folla si lascia indietro nella fretta di correre avanti, o agli effetti che gemono invano o alle febbri che si scambiano per passioni , o alla giustizia su cui si mettono i piedi, non ha il diritto di esclamare: - Che peccato!.
Foto: "Aurora nel mare di Acitrezza" di Giovanni Greco.
sabato 10 maggio 2008
Con Questa Chiudo
Con questa chiudo
Eppure si deve fare,
si arriverà dove si muore
e si vivrà per venti anni ancora,
non saremo nessuno
e non avremo fatto nulla.
Allora la sete di dare ci dilanierà
e resteremo soli
persi
fottutamente morti
nel normale sociale
con un giornalista di parte che ci insulta in tv.
Mia moglie che cucina
i miei figli che fottono
e se ne fottono
ed io chiudo il lucchetto del mio io
e butto la chiave.
(Loreto Ciccarelli)
mercoledì 7 maggio 2008
martedì 6 maggio 2008
domenica 4 maggio 2008
Portami con te
Portami con te
Portami con te nel mattino vivace
le reni rotte l'occhio sveglio appoggiato
al tuo fianco di donna che cammina
come fa l'amore,
sono gli ultimi giorni dell'inverno
a bagnarci le mani e i camini
fumano più del necessario in una
stagione così tiepida,
ma lascia che vadano in malora
economia e sobrietà,
si consumino le scorte
della città e della nazione
se il cielo offuscandosi, e poi
schiarendo per un sole più forte,
ci saremo trovati
là dove vita e morte hanno una sosta,
sfavilla il mezzogiorno, lamiera
che è azzurra ormai
senza residui e sopra
calmi uccelli camminano non volano.
Portami con te nel mattino vivace
le reni rotte l'occhio sveglio appoggiato
al tuo fianco di donna che cammina
come fa l'amore,
sono gli ultimi giorni dell'inverno
a bagnarci le mani e i camini
fumano più del necessario in una
stagione così tiepida,
ma lascia che vadano in malora
economia e sobrietà,
si consumino le scorte
della città e della nazione
se il cielo offuscandosi, e poi
schiarendo per un sole più forte,
ci saremo trovati
là dove vita e morte hanno una sosta,
sfavilla il mezzogiorno, lamiera
che è azzurra ormai
senza residui e sopra
calmi uccelli camminano non volano.
Attilio Bertolucci
giovedì 24 aprile 2008
E tu,
certo lo sai,
perchè fuggo
come cerbiatto ferito,
ed io so
perchè la mia voce
è
acqua marina,
e scoglio
il tuo orecchio.
La mia rabbia
è
sasso di vetro,
che si dissolve
sul tuo cuore di pietra.
Un teatro crudele
quanto i suoi attori,
s'innalzò
tra di noi.
Una cattiva magia,
esaltò le parole,
deluse le emozioni,
ingannò l'attesa.
martedì 22 aprile 2008
"Love, oh love, oh careless love,
You've fly through my head like wine
You've wrecked the life
Of many a poor girl
And you nearly spoiled this life of mine
Love, oh love, oh careless love
In your clutches of desire
You've made me break a many true vow
Then you set my very soul on fire
Love, oh love, oh careless love,
All my happiness bereft
Cause you've filled my heart with weary old blues
Now I'm walkin' talkin' to myself
Love, oh love, oh careless love,
Trusted you now it's too late
You've made me throw my old friend down
That's why I sing this song of hate
Love, oh love, oh careless love,
Night and day I weep and moan
You brought the wrong man into this life of mine
For my sins till judgement
I'll atone".
Singer: Madeleine Peyroux.
You've fly through my head like wine
You've wrecked the life
Of many a poor girl
And you nearly spoiled this life of mine
Love, oh love, oh careless love
In your clutches of desire
You've made me break a many true vow
Then you set my very soul on fire
Love, oh love, oh careless love,
All my happiness bereft
Cause you've filled my heart with weary old blues
Now I'm walkin' talkin' to myself
Love, oh love, oh careless love,
Trusted you now it's too late
You've made me throw my old friend down
That's why I sing this song of hate
Love, oh love, oh careless love,
Night and day I weep and moan
You brought the wrong man into this life of mine
For my sins till judgement
I'll atone".
Singer: Madeleine Peyroux.
domenica 20 aprile 2008
Ancora.
Sera.
Del vino rosso
ancora sulla tavola,
il suo sapore
ancora aspro in gola,
il suo colore sulle mie guance,
la sua anima
ancora nel mio petto.
E' una strana sera questa.
Ti cerco
dietro questo bicchiere.
Sono stanca di essere ferita
dai sogni,
eppure
ti cerco.
Domani
mi alzerò
nuovamente
ubriaca di vita,
questo lo so.
Ogni ora,
ogni giorno che passa
è uno sputo in più
contro il muro obliquo
della mia vita.
Ogni giorno,
viene meno qualcosa.
Non rimarrà
che la carcassa vuota
del mio orologio,
muto riflesso
del mio specchio,
ma io,
ostinatamente
ti cerco.
Ti cerco,
lungo le pareti di questa stanza.
Notte.
Ti trovo
per un interminabile attimo
nel ricordo del ritmo affannoso
dei nostri respiri.
Ancora Domani, ancora Sera, ancora Notte.
Del vino rosso
ancora sulla tavola,
il suo sapore
ancora aspro in gola,
il suo colore sulle mie guance,
la sua anima
ancora nel mio petto.
E' una strana sera questa.
Ti cerco
dietro questo bicchiere.
Sono stanca di essere ferita
dai sogni,
eppure
ti cerco.
Domani
mi alzerò
nuovamente
ubriaca di vita,
questo lo so.
Ogni ora,
ogni giorno che passa
è uno sputo in più
contro il muro obliquo
della mia vita.
Ogni giorno,
viene meno qualcosa.
Non rimarrà
che la carcassa vuota
del mio orologio,
muto riflesso
del mio specchio,
ma io,
ostinatamente
ti cerco.
Ti cerco,
lungo le pareti di questa stanza.
Notte.
Ti trovo
per un interminabile attimo
nel ricordo del ritmo affannoso
dei nostri respiri.
Ancora Domani, ancora Sera, ancora Notte.
mercoledì 16 aprile 2008
lunedì 14 aprile 2008
Natale
Stanca
Sono stanca di essere arrabbiata, di usare toni importanti per essere ascoltata, verbi forti per trasmettere le mie emozioni, di alzare la voce per essere rispettata. Sono stanca di essere veloce, puntuale, di essere corretta, di sentirmi in colpa. Sono stanca del senso di giustizia che applico alla mia vita, che cerco altrove, che non trovo mai. Sono stanca di provare un dispiacere così profondo ogni volta che mi raggiunge l'incomprensione. Sono stanca di sonni affollati di voci, di grida, di cieli, di giorni.
Foto di Modimo.
Foto di Modimo.
sabato 12 aprile 2008
venerdì 4 aprile 2008
"E se non puoi la vita che desideri"
"E se non puoi la vita che desideri cerca almeno questo per quanto sta in te: non sciuparla nel troppo commercio con la gente con troppe parole e in un viavai frenetico.
Non sciuparla portandola in giro in balìa del quotidiano gioco balordo degli incontri e degli inviti fino a farne una stucchevole estranea".
Constantinos Kafavis (Alessandria d'Egitto 1863 - ibidem 1933): da Cinquantacinque Poesie.
Foto di Alex Stehle.
Non sciuparla portandola in giro in balìa del quotidiano gioco balordo degli incontri e degli inviti fino a farne una stucchevole estranea".
Constantinos Kafavis (Alessandria d'Egitto 1863 - ibidem 1933): da Cinquantacinque Poesie.
Foto di Alex Stehle.
giovedì 3 aprile 2008
lunedì 31 marzo 2008
Vólto
"Questi volti apparsi tra la folla: / Petali su un ramo umido e nero".
(E. Pound)
"[...] Il volto non è il nome proprio, è un che di più essenziale del nome; non è l'identità, è semmai l'alterità, il segno umano per eccellenza. Un volto può attraversare la mia strada e rimanere anonimo - sarà sempre l'altro, l'estraneo, non lo conoscerò mai. Eppure, per un istante avendo bucato l'indifferenza del mio sguardo, mi ha risvegliato dal sonno della vita, mi ha salvato dall'opaca monotonia quotidiana. Ho visto qualcuno, qualcuno ha arrestato l'inquieto trascorrere dei miei occhi da una superficie a un'altra. Io gli sono grata. [...]".
da: "I volti dell'amore" di Nadia Fusini.
Foto di Michele Torsello.
lunedì 17 marzo 2008
Da Sola nel Mio Cuore
Hai abbandonato le mie labbra, il mio corpo. Le mie mani non trovano più le tue. Nel tortuoso sentiero della solitudine, rivedo come in sogno i momenti felici di quando mi dicevi che non dovevo temere, che non ero sola, che non ero più da sola. Il tortuoso sentiero della mia solitudine mi porta fino al mio cuore, dove ti ritrovo e dove - da sola - continuo ad amarti. Il dolore per la tua assenza è ora silenzioso e tranquillo, sgorga e rientra nel cuore, ed io lì, da sola, continuo a chiamarti amore.
Foto di Louisa Schlepper.
lunedì 10 marzo 2008
mercoledì 5 marzo 2008
Un Tempo Senza Fine
La bella Estate.
La bella Età.
Giovinezza breve,
brevissima.
Mezzanotte
era mezzogiorno,
L'alba
delicata,
la notte
incantata.
Il giorno
stagno del domani,
ninfe il suo popolo.
Le nuvole,
profili di angeli.
non segnali di tempesta
intravedevi.
Avrò Tempo ,
ti dicevi.
Tanto tempo.
Del mare
ti sentivi schiuma
candida,
mutevole,
nel tuo andirivieni
nelle vite.
Avrò Tempo,
ti dicevi.
Un Tempo senza fine!
Mia dolce ragazza dagli occhi verdi,
Hai ancora tempo per danzare?
La bella Età.
Giovinezza breve,
brevissima.
Mezzanotte
era mezzogiorno,
L'alba
delicata,
la notte
incantata.
Il giorno
stagno del domani,
ninfe il suo popolo.
Le nuvole,
profili di angeli.
non segnali di tempesta
intravedevi.
Avrò Tempo ,
ti dicevi.
Tanto tempo.
Del mare
ti sentivi schiuma
candida,
mutevole,
nel tuo andirivieni
nelle vite.
Avrò Tempo,
ti dicevi.
Un Tempo senza fine!
Mia dolce ragazza dagli occhi verdi,
Hai ancora tempo per danzare?
.
Foto: "Sur le fil" di Noinspiration.
18 Luglio 1978: Una Bella Estate. Una Poesia di Fulvio.
domenica 17 febbraio 2008
P.come Piano, come Parola.
Parlare piano, pianissimo, dolcemente. Una partitura per le parole, ecco cosa vorrei scrivere! Una guida che elimini i suoni gravi e grevi, che dévi le parole dure come radici, taglienti come sassi affilati, che neghi le parole che dall'orecchio arrivano al cuore, ferendolo a volte irrimedibilmente.
Le parole! Se solo si comprendesse la loro importanza, sarebbero meno abusate, se solo si scegliessero più attentamente, minori sarebbero i fraintendimenti, le offese. La colonna sonora della nostra esistenza con gli altri è composta dalle parole, troppo spesso, il risultato è una musica stonata. Un addio, un abbandono, possono divenire meno dolorosi, se si scelgono parole che possano alleviare il momento. Una parola pensata, cercata, trovata, lascia una carezza, anche nel dolore. Al contrario solo, pugni, pugni nello stomaco che fanno tanto male. Nei miei ricordi, pochi volti, ma tante voci e le parole che mi hanno detto. Ne ricordo tutto l'odio e tutto l'amore. Le parole, le voci!.
Foto: "Pianoforte di Parole" di Alessandro Giammaria.
Le parole! Se solo si comprendesse la loro importanza, sarebbero meno abusate, se solo si scegliessero più attentamente, minori sarebbero i fraintendimenti, le offese. La colonna sonora della nostra esistenza con gli altri è composta dalle parole, troppo spesso, il risultato è una musica stonata. Un addio, un abbandono, possono divenire meno dolorosi, se si scelgono parole che possano alleviare il momento. Una parola pensata, cercata, trovata, lascia una carezza, anche nel dolore. Al contrario solo, pugni, pugni nello stomaco che fanno tanto male. Nei miei ricordi, pochi volti, ma tante voci e le parole che mi hanno detto. Ne ricordo tutto l'odio e tutto l'amore. Le parole, le voci!.
Foto: "Pianoforte di Parole" di Alessandro Giammaria.
giovedì 14 febbraio 2008
sabato 9 febbraio 2008
Sentire nel Ricordo
I sentimenti nel ricordo, si colorano di tinte tenui, accecanti sono invece, i colori delle nostalgie… Un mobile inglese dell’ottocento, il mio preferito, in questa casa dalle pareti rosa cipria, dalle tende su cui si arrampicano sottili rami e foglie verde salvia. Su quel mobile, argenti antichi, scatole di limoges e una foto, la tua. Caro papà, quando c’eri evitavo di incrociare il blue dei tuoi occhi e il disegno delle tue labbra perché mi sembravano luoghi da temere, punti fermi all’incomprensione, mappa della nostra distanza. Oggi da quella cornice i tuoi occhi mi sorridono, sei felice di festeggiare cinquant’anni di matrimonio con mamma, sei felice che eravamo tutti lì, sorridi anche a me, a questa figlia difficile da “domare”, sorridi alla vita, sorridi pensando a quella promessa mantenuta, a quel “finché morte non ci separi”del ventuno aprile del 1945. Ti guardo in questa foto, la nostalgia vuole rendermi triste, ci riesce, solo per pochi minuti. I miei occhi si inumidiscono per la tristezza ma poi rivedo me stessa, la mia forte capacità a resistere e ad esistere, ti somiglio e dico bravo papà!
Ora so che mi volevi bene nella misura in cui mi manchi.
Dio quanto mi manchi!
Ora so che mi volevi bene nella misura in cui mi manchi.
Dio quanto mi manchi!
venerdì 1 febbraio 2008
China sulle Ore
China sulle Ore
raccogli il tuo Tempo
China sulle Ore
giochi col Sole
moneta rovente
tra le tue mani
China sulle Ore
rivedi la festa del crepuscolo
China sulle Ore
mandi segnali di fumo
densi e grigi della tua tristezza
China sulle Ore
ritiri le reti colme di sogni
China sulle Ore
agiti braccia di naufrago
China nelle Ore
perdi un'altra Aurora.
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